Come si estrae un olio

 

Gli oli grezzi  sono ottenuti mediante procedimenti  di tipo estrattivo che comportano sia l’uso di solventi adatti (ad esempio Co2 supercritica), sia l’utilizzo di tecniche estrattive di tipo fisico come la spremitura, pressatura, separazione mediante calore, ecc. Le tecniche fisiche senza utilizzo di solventi chimici sono le sole ad essere ammesse dai disciplinari del biologico, a garanzia di un prodotto risultante esente da contaminazioni chimiche potenzialmente tossiche o comunque dannose.

Quello che si ottiene dall'estrazione è un olio con colore ed odore caratteristico del seme o della polpa del frutto di partenza, che di solito non necessita di aggiunta di antiossidanti in quanto si trovano naturalmente nella sua frazione insaponificabile. Va soggetto però a facile deperibilità: fattori ambientali esterni come l'eventuale innalzamento della temperatura, la luce e l'immagazzinamento prolungato possono alterarlo fino a comprometterne l’uso da un punto di vista cosmetico.

Si ricorre quindi spesso alla raffinazione, un processo che elimina taluni difetti propri della sostanza grassa prolungandone la stabilità.


La Raffinazione

 

Impurità come la presenza di particelle inerti in sospensione, corpi odorosi e materiale polare possono significativamente alterare la qualità dei grassi nelle preparazioni. Per esempio il colore di un olio può causare variazioni inaccettabili nell'aspetto finale di un preparato cosmetico e simili problemi esistono con gli odori. Se un olio di cocco o di oliva emanano un odore che può essere definito accettabile, non è così per quello di Enotera e di altri oli polinsaturi, come Ribes o Borragine.

Altre considerazioni possono essere fatte in relazione alla presenza di tracce di materiali polari. Queste provengono da varie fonti come l'ossidazione o la scarsa tecnica di estrazione e possono influenzare la stabilità del preparato e la sua vita. E' proprio la presenza di queste impurità, come gli idroperossidi, a causare la degradazione e la perdita di attività di un olio, fino a renderlo inutilizzabile allo stato grezzo per il forte odore di rancido che emana.

Gli oli possono quindi essere sottoposti alla raffinazione, che può assumere vari gradi di accuratezza a seconda degli usi per i quali i lipidi sono destinati.

 

Nel caso di oli vegetali a certificazione biologica il processo di depurazione si limita solo ad alcuni passaggi di tipo fisico che lasciano inalterata sia la struttura triglicerica del corpo grasso che la frazione insaponificabile ricca di componenti nobili.

 

La lavorazione degli oli biologici

 

Gli oli da agricoltura biologica possono essere deodorati attraverso un sistema esclusivamente fisico, ad esempio attraverso l'utilizzo del vapore o dell'esposizione all'aria e al sole.

Le fasi della lavorazione comprendono la spremitura dei semi, la filtrazione meccanica per eliminare ogni residuo di impurità, il processo di degamming per eliminare le cere.

L’olio crudo così ottenuto può essere successivamente inviato alla colonna dell’impianto di deodorizzazione dove in  uno scambiatore a serpentina avviene, tramite il vapore acqueo in controcorrente, il processo fisico dello stripping che permette all’olio di essere sia de-acidificato, sia deodorato. E’ una lavorazione in continuo dove l'olio resta nell’impianto non oltre 45 minuti, il tempo di raggiungere le temperature necessarie per essere poi raffreddato.

Successivamente viene inviato all’impianto di winterizzazione per eliminare le cere residue ed eventuali velature. La filtrazione finale con filtri carta completano la fase di lavorazione. Vengono sottoposti  a questa lavorazione principalmente oli da seme come Girasole, Mais, Soia e  Cartamo.

Nel caso di oli ricchi in EFA, la raffinazione prevede una  tecnica chiamata  di Cromatografia Flasch che risulta di particolare utilità nel trattamento di oli labili e sensibili al degrado ossidativo del calore, quali ad es. l'olio di Borragine, olio di Enotera, olio di Germe di grano, olio di Rosa rubiginosa o mosqueta, ecc., tutti contenenti acido gamma linolenico e altri lipidi polinsaturi.

Il processo consente la rimozione del colore e dell'odore insieme ad una riduzione delle impurezze polari, quali perossidi e prodotti di degradazione degli idroperossidi (aldeidi, chetoni, alcoli).

Avviene costringendo il grasso in forma liquida a passare attraverso uno strato di materiale assorbente specifico che è in grado di trattenere le impurezze polari, mentre la massa del prodotto superraffinato può essere raccolta e separata.