La composizione

 

Ogni lipide ha una sua composizione in acidi grassi che lo distingue da ogni altro.

Usando la tecnica gascromatografica, si può risalire alla composizione qualitativa e quantitativa. Ecco i principali acidi grassi che troviamo negli oli e burri vegetali:

  

  

 

Cosa determina le differenze di consistenza,

penetrazione (assorbimento) e viscosità

 

Mentre i Burri sono sono solidi a temperatura ambiente, gli oli vegetali  possono essere classificati in base alla loro fluidità alle basse temperature. Se nella loro composizione prevalgono gli acidi grassi insaturi, essi risultano liquidi a temperatura ambiente ma tendono a solidificare alle basse temperature. Viceversa, se prevalgono quelli saturi tendono a restare sempre liquidi anche alle basse temperature.

Gli oli caratterizzati da un più alto grado di insaturazione, come i polinsaturi, hanno il vantaggio di essere più mobili e penetranti, di non lasciare tracce di untuosità sulla pelle e di avere un tocco particolarmente leggero.

 

Se vi è capitato di usare  un olio per le ciglia, molto probabilmente avete applicato un prodotto che contiene olio di Ricino. Il motivo è che si tratta di un olio molto viscoso, perchè monoinsaturo, rispetto ad altri oli polinsaturi.

Un olio polinsaturo come quello di semi d'uva, Ribes o Rosa mosqueta, non avrebbe lo stesso effetto perché una volta applicato si spanderebbe in un baleno su tutta la zona perioculare, entrando in contatto con le parti sensibili dell’occhio ed irritandolo.

 

Il Potere occlusivo

 

Gli oli, i burri e le cere vegetali, nella loro qualità di sostanze ammorbidenti  e coibenti, possono sicuramente ritardare l’evaporazione dell’acqua dalla superficie epidermica in virtù della loro occlusività e in tal modo aumentare la quantità d’acqua realmente contenuta nello strato corneo.

Questo fatto interessa per prima cosa lo strato superficiale dell'epidermide, nel senso che accanto ad un effetto ingrassante e lubrificante i componenti oleosi influenzano anche il regime idrico della pelle, limitando più o meno l'evaporazione dell'acqua (e con essa la dispersione anche del calore). Il regime idrico è per altro uno dei fattori più importanti per una epidermide sana, morbida e levigata.

In definitiva, una determinata funzione protettiva dei componenti oleosi nel senso sopra descritto è più che desiderata, ma non deve essere tanto intensa da causare un indesiderato accumulo di acqua e calore.

 

I componenti oleosi assumono dunque una certa funzione coprente/occlusiva che è massima per gli idrocarburi lineari di derivazione petrolifera, come il petrolatum (vaselina filante) e il parafinum liquidum (olio minerale). Seguono i burri e le cere vegetali, per la presenza di una quota considerevole di grassi saturi, per proseguire con i monoinsaturi e finire con i grassi polinsaturi. che per la presenza di più doppi legami nella loro struttura molecolare assumono una forma ramificata e raggomitolata che lascia sulla pelle un film  più poroso e meno occludente.

 

Il Potere lubrificante

 

Oltre all’effetto occlusivo l’azione ammorbidente che manifestano gli oli e le sostanze grasse in genere può essere spiegata anche per l’effetto lubrificante che apportano sulla pelle.

E’ facile immaginare come una sostanza oleosa possa localizzarsi fra le lamelle cornee dell’epidermide  permettendo loro di scorrere una sull’altra rendendo così la pelle più flessibile, liscia ,vellutata e meno soggetta a screpolarsi. Si ha in tal modo un effetto lubrificante che riduce la desquamazione e le escoriazioni, alleviando quindi i sintomi della pelle secca.

Il potere lubrificante di un olio viene a dipendere  dalla viscosità e diminuisce con l’aumentare delle percentuali di acidi grassi insaturi. 

 

Il Potere emolliente

 

Il potere emolliente fa riferimento al contenuto d'acqua complessivo apportato dal prodotto cosmetico ed è determinato dalla somma dei seguenti fattori:

  • l’azione indiretta di occlusione che gli oli, sia essi vegetali o minerali, esercitano sull’acqua libera che va disperdendosi sotto forma di vapore acqueo dall’epidermide verso l’ambiente esterno (Trans Epidermal Water Loss);

  • l’acqua e sostanze affini che vengono veicolate sulla pelle, generalmente dalla composizione mista di una crema.

Il Potere comedogenico

 

Il punto nero, detto anche comedone, è una dilatazione dell'orifizio follicolare contenente un pool di sostanze di coloro bruno costituito da peli, lipidi, cheratina e pigmenti melanici. La presenza di questo materiale  è  un fenomeno piuttosto comune in età giovanile ed è tipico del periodo puberale perché legato in gran parte all'aumentata sintesi di ormoni androgeni.

I punti neri prediligono aree cutanee più ricche di ghiandole sebacee, come il naso, la fronte e il mento. Esistono varie condizioni capaci di causare o favorire la loro comparsa. Per esempio alcuni grassi contenuti nei prodotti cosmetici favoriscono la loro formazione  perché sono in grado di alterare  il processo di cheratinizzazione della pelle che porta  alla continua desquamazione del corneo e al rinnovo conseguente della pelle. Se infatti si altera la produzione di cheratina come succede, per esempio, nell'acne, ecco che la cheratina delle cellule invece di "liberarsi" desquamando, si accumula e si ingigantisce nel follicolo rendendosi visibile come comedone o punto nero.

Esiste in letteratura una certa discordanza sui risultati della comedogenicità degli oli. La causa di questa variabilità dei  risultati è da attribuire sia ai metodi utilizzati per effettuare la valutazione, sia all’errore di estendere al prodotto finito i risultati ottenuti per uno soltanto dei suoi ingredienti

 La non comedogenicità dei lipidi vegetali è probabilmente sicura soltanto per il burro di karitè e per la cera di jojoba puri.